Daniele Sircana

Nome: Daniele Sircana
Classe: 1976
Altezza: 176cm
Peso attuale: 102kg
Polso: 21cm
Bicipite: 51cm
Avambraccio: 41cm
Titoli: 11 Titoli Nazionali Senior, 1 Titolo Assoluto Senior, 1 Titolo Assoluto Senior al Supermatch, un 5° posto all’Europeo Senior e un 7° posto al Mondiale Senior, oltre ad una serie di vittore a gare e tornei minori sia in campo Nazionale che Internazionale!

Buongiorno a tutti sono Daniele Sircana, atleta e responsabile Nazionale della Formazione della SBFI.

Il mio passato sportivo passa dal nuoto al canottaggio, fino ad approdare al Braccio Di Ferro in una palestra attrezzata con uno dei primissimi tavoli da competizione.

Tornando indietro di circa 30 anni, periodo del mio esordio in questa disciplina, gli allenamenti erano molto più essenziali rispetto ad ora.
Di alcuni muscoli si ignorava addirittura l’esistenza anche a causa di uno scarso interesse della medicina verso le discipline sportive minori.
Con l’andare del tempo e con l’aumentare delle informazioni, sono nate via via attrezzature sempre più specifiche che hanno permesso un grande salto in avanti da un punto di vista del livello medio degli agonisti e degli amatori, ma va comunque sottolineato di come in realtà il grosso dei risultati era già ottenibile con allenamenti classici, che richiedono sicuramente più dedizione, disciplina e perseveranza, anche se l’allenamento specifico con accessori e maniglie risulta essere molto divertente e stimolante ma che dal mio punto di vista risulta essere di rifinitura al grosso del lavoro già fatto in sala pesi e al tavolo!
Sono orgogliosamente a capo dei Tyrsenoi, squadra toscana tra le più numerose e titolate risultata imbattutua nei campionati nazionali a squadre dal 2015 al 2022!

Il tempo passa e attualmente non ho più molto tempo da poter dedicare all’allenamento, sopratutto l’impegno da un punto di vista mentale risulta essere estremamente tassante motivo per cui ho virato verso sessioni a circuito in fullbody della durata di circa 45’ ciascuna per 2/3 volte la settimana, soluzione a cui sono approdato dopo anni di esperinza e profonda conoscienza del mio corpo, grazie ai quali riesco ad avere comunque benefici e guadagni apprezzabili grazie al mio lungo passato nella pesistica tradizionale.
Le sessioni al tavolo sono quindi state ridotte di conseguenza per evitare inutili infortuni e infiammazioni eccessivamente persistenti!

Un buon programma di allenamento parte sempre dalla conoscenza del soggetto che si ha di fronte ma se dovessi dare un consiglio generale più o meno valido per tutti, non esiterei nel dire di focalizzarsi verso un’allenamento tradizionale ciclico a blocchi con fasi di adattamento, ipertrofia, forza generale, forza specifica e scarico per circa 4 volte la settimana da affiancare ovviamente ad una preparazione più speficia con maniglie e attrezzature dedicate, e soprattutto tavolo!

Tra gli esercizi di forza generale, i miei preferiti sono sicuramente le trazioni zavorrate a presa neutra, pulley e rematori a un braccio.
Questi escercizi infatti, consentono ottimi guadagni di forza in tutti i principali distretti utili al Braccio Di Ferro inoltre, da buon Gancista, coronerei il tutto con un lavoro specifico sul pronatore rotondo e ovviamente esercizi per la flessione del carpo e delle dita (il cosiddetto cupping).
Per quanto riguarda la Top Roll invece, sposterei l’attenzione sul pronatore quadrato (detta pronazione attiva) e lavoro sulla Back Pressure, anche qui senza tralasciare il lavoro sul Cupping e sulla Deviazione Radiale della mano (il cosiddetto Rising).

Durante la mia carriera ho avuto la fortuna di battermi contro innumerevoli avversari, regalandomi match che porto ancora nel cuore alcuni dei quali ho pure perso ma che risultano essere tra quelli a cui sono più legato!
Una menzione particolare va sicuramente alla vittoria assoluta al nazionale del 2003 e la sfida vinta in territorio svizzero conotro Gattoni che all’epoca era uno dei Top3 assoluti in Francia!

Un’altra sfida che porto nel cuore, ma questa volta per motivi diversi, è quella con Girard Pascal, atleta che avevo già avuto modo di in-crociare negli after pull, il quale mi aveva sempre lasciato andare al pin tantè che in occasione del Supermatch del 2006 mi sentì estremamente sicuro di poterlo battere.
La mia sicurezza purtroppo non durò molto e il match si concluse con una sonora sconfitta per 5-0. La delusione fu davvero cocente ma dalla quale appresi un grande insegamento e sicuramente un bagno di umiltà che mi sarei portato con me per lungo tempo…

Durante una carriera così lunga, non sono mancati di certo infortuni anche piuttosto gravi come uno strappo al pettorale destro durante una serie di test di forza..
In quell’occasione riusci a riprendermi dopo 40 giorni di stop totale e una lunga riabilitazione.
Negli ultimi anni invece ho avuto un problema alla mano destra, sicuramente meno grave del precedente ma che ha messo realmente a dura prova la mia tenuta mentale in quanto anche i medici e decine di consultazioni, sembravano non riuscire a cavare un ragno dal buco! Finalmente, grazie soprattutto alla mia capacità di autoanalisi e alla consultazione con altri atleti, mi accorsi che la causa poteva essere imputata ad un forte squilibrio muscolare!
Ci sono voluti anni e una serie infinita di prove, durante le quali sono riuscito a selezionare un piccolo gruppo di esercizi specifici che mi hanno finalmente permesso di ripristinare la completa funzionalità e permettermi di tornare ad allenarmi come un tempo.
Anche in questo caso, l’allenamento si è rivelato la cura migliore, mi è costato tanto in termini sia fisici che psicologici ma che sicuramente mi hanno dato un’ulteriore esperienza sia sul mio corpo sia di come anche piccoli dettagli se trascurati possano dare origine a problemi anche piuttosto fastidiosi e limitanti.

Il mio più grosso rimpianto è sempre stato quello di non essere mai stato all’altezza di un podio mondiale, ci ho provato molte volte e anche in passato quando le possibilità erano maggiori la forte pressione emotiva che sentivo mi allontanavano dal risultato,ai tempi il massimo del mental coach che avevo a disposizione era qualche compagno di squadra che mi prendeva a schiaffi.
Adesso sarei molto più maturo sotto questo punto di vista, ma il livello della categoria Senior si è alzato tantissimo e per me che sono invecchiato diventa estremamente difficile.
Magari in un futuro ci riproverò nelle categorie più adatte alla mia età, anche se sicuramente non sarà la stessa cosa!

Parlando invece di incontri disputati da altri, dover scegliere quale tra questi mi abbia colpito di più in termini di spettacolo e adrenalina è molto difficile, ma sicuramente non posso non nominare la sfida tra Genady Kvikvinia e Devon Larrat e ovviamente le ultime due sfide di Ermes contro Chaffee e Levan!
Di tecnicismi, strategie ecc… in questo mondo ne ho visti tanti negli anni, ma la cosa che amo di più è quando un’atleta arriva come sfavorito (il cosiddetto underdog) ma che poi riesce a portarsi a casa la vittoria contro tutti i pronostici!
Da un punto di vista tecnico invece il match tra Ongarbaev e Irakli è stato davvere impressionante!

Per quanto riguarda i miei atleti preferiti in assoluto invece, e qui purtroppo darò la risposta più scontata del mondo, nomino John Brzenk perchè incarna per me quello che è il braccio di ferro, capace di utilizzare perfettamente qualsiasi tecnica e mettersi sempre in gioco senza mai sottrarsi neanche quando aveva problemi, corretto e modesto, educato e rispettoso, come potrei non amare tutto questo? La sportività fatta persona legata ad un potenziale incredibile.
Parlando appunto di John Brzenk viene naturale parlare anche di genetica, che appunto nel nostro sport come tutti gli altri ai massimi livelli, risulta essere importantissima, ma ciò non toglie che anche chi non ne è particolarmente dotato, con la giusta determinazione e programmazione degli allenamenti, non possa togliersi qualche bella soddisfazione!
Come spesso accade, la prima sfida che dobbiamo cercare di vincere è quella contro noi stessi nel riuscire a migliorarci mese dopo mese e anno dopo anno, questo sicuramente rappresenta una grande vittoria che innescherà successivamente un circolo virtuoso di motivazione che ci porterà nel tempo a fare sempre meglio.
Va da sé che se il nostro stesso percorso lo farà una persona con una genetica migliore, questa otterrà sicuramente più risultati però va fatta una precisazione, nel braccio di ferro l’individuazione della giusta genetica non è così immediata, i parametri a disposizione sono tantissimi da quelli più visivamente immediati tipo la struttura, sezioni e le leve a disposizione fino alla capacità muscolare e tendinea di aumentare la forza, o ad avere un incredibile controllo di mano, a quelli meno evidenti come le capacità di contrazione neuromuscolare e la “testa” di gestire tutto questo, quindi mai darsi per vinti perchè tutti noi possiamo avere qualcosa nella nostra genetica che può renderci unici, basta scoprirlo e lavorarci sopra, quindi niente scuse a lavorare a testa bassa!

Avrei tanti aneddoti divertenti da raccontare, soprattutto durante le trasferte all’estero, ma siccome voglio bene ai diretti interessati, preferisco asternermi dal raccontarli! 😂

Un’altro fattore da considerare è l’alimentazione.
In passato ho sempre seguito un regime alimentare abbastanza rigido, prevalentemente low carb e iperproteico unitamente al cardio per permettermi di rientrare nelle categorie inferiori. Negli ultimi anni invece, complice anche una mutata situazione familiare, come la nascita dei miei figli, ho dato priorità a questo e ad una gestiore più elastica dell’alimentazione sempre con buon senso ma senza le drastiche restrizioni di un tempo.
Per quanto riguarda invece la gestione dell’alimentazione a ridosso di una gara, il tutto ovviamente dipende dalla categoria nella quale decido di gareggiare.
Nel caso in cui dovessi scendere di peso, controllo l’assunzione di sodio e di verdure e la sera prima taglio i liquidi iniziando una leggera ricarica di carboidrati.
Dopo la pesa reintegro immediatamente acqua e sali minerali in modo tale da annullare gli effetti negativi sul taglio di liquidi della sera prima.
Rimanendo in tema alimentazione, non ho particolari predilizioni ma i piatti salati sono sicuramente quelli di cui vado per la maggiore come per esempio una bella tagliata al sangue con tartufo o come dessert, gelato al pistacchio di Bronte!

Per concludere vorrei spendere due parole sulle nuove generazioni.
Le persone che si avvicinano per la prima volta a questo mondo o in generale ad una nuova realtà sportiva, hanno il problema opposto a quello che avevano i ragazzi della mia generazione, me compreso ovviamente, ossia la sovrabbondanza di informazioni senza che ci sia un filtro a monte che permetta di discernere quelle buone e da quelle meno buone.
Il mio consiglio quindi è quello di evitare di fare gli autodidatti in questa disciplina perchè il rischio di infortuinio è davvero elevato! Avvicinatevi piuttosto ad un team e fatevi aiutare, formare e cercate di imparare il più possibile da quelli più esperti di voi.
Agli inizi cercate di fare più tavolo possibile, acquisite dimestichez-za con il settaggio e le varie dinamiche di tiro, fatelo diventare la vostra casa e solo dopo potrete allenarvi specificamente.
All’inizio quindi tanto tavolo e allenamento tradizionale per poi aumentare la specificità all’aumentare della vostra esperienza ma fino a quando non arriveranno i primi VERI risultati sul campo, testa bassa e lavorare duro perchè in questo sport non si smette mai di imparare!
Io stesso, dopo 30 anni di gare ed insegnamenti, ho ancora qualco-sa da apprendere e da aggiungere al mio puzzle quindi figuratevi se voi potete, dopo poco tempo, dire di sapere già tutto quello che cè da sapere e addirittura permettervi di insegnare ad altri…umiltà e tanto spirito di sacrificio e vedrete che anche voi potrete togliervi tante belle soddisfazioni!
Buon allenamento a tutti!!

Fabio Pantaleoni
Autore

Fabio Pantaleoni

Founder of Omega Strength Obsession; Strength trainer Expert AIF; Raw Training Strength Specialist.

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