Il tavolo è stato un progetto che abbiamo preso come una sfida personale fin dalla nascita di Omega.
Quando ci si approccia ad una “sfida” del genere (dato l’obiettivo di qualità che avevamo in mente) occorre avere tutte le competenze necessarie per progettare un prodotto così complesso, motivo per il quale ci siamo presi tutto il tempo necessario per studiare, provare, intervistare atleti e capire fin nei minimi dettagli quali potessero essere le caratteristiche che deve avere un tavolo che possa essere realmente perfetto per l’atleta: da qui siamo partiti per costruire il progetto.
I primi mesi sono stati dedicati alla raccolta di dati e feedback di esperienze.
Non è filato tutto liscio, sarebbe stato troppo bello per essere vero e se da un lato l’idea iniziava a prendere forma, dall’altro gli ostacoli progettuali iniziavano a diventare decisamente importanti.
Prima di iniziare qualsiasi progetto, occorre avere un piano d’azione chiaro e definito e, per quanto riguarda il tavolo, il primo step era rappresentato dalle misure regolamentari necessarie per poterlo definire “da competizione”.
Chiunque si sia rimboccato le maniche per costruirsi un tavolo conosce bene queste difficoltà.
I disegni disponibili in rete erano tecnicamente lacunosi (e con misure contraddittorie) a causa delle differenti unità di misura utilizzate (dato che a suo tempo sono nate in pollici e non in millimetri) e delle modifiche che ha subìto il regolamento nel tempo…così anche le conversioni e arrotondamenti erano piuttosto approssimativi.
La stessa WAF non riporta online ad oggi le specifiche aggiornate e i vari produttori sono pertanto andati a libera interpretazione sugli interassi dei pioli, piuttosto che sugli angoli di posizionamento dei side-pads.
Nel frattempo Omega iniziava a crescere molto rapidamente e con la creazione del sito web il lavoro necessario aumentava sempre di più e per evitare che nuovi progetti seppur importanti rallentassero quelli già in essere, tutto il lavoro abbozzato relativo al tavolo venne momentaneamente messo “in pausa”.
La svolta si ebbe un giorno quando navigando tra le varie pagine di appassionati del settore, ci balzò subito agli occhi un tavolo artigianale realizzato in Acciaio Inox lucidato “a specchio” e rivestito in pelle rossa.
La qualità, la precisione e l’attenzione ai dettagli erano a dir poco eccezionali, segno che chi l’aveva progettato e costruito sapeva esattamente come e cosa fare oltre ad avere una passione fuori dal comune che si era appunto concretizzata in un prodotto che aveva richiesto sicuramente decine di ore di lavoro.
Iniziammo da subito a chiedere informazioni con l’intento di capire chi ci fosse dietro a quel tavolo e soprattutto se ci potessero essere i presupposti per iniziare una collaborazione e poter unire le forze per creare qualcosa che facesse realmente la differenza, perché per arrivare a quel livello di qualità e precisione ci sarebbero voluti mesi di studio di prodotto, prototipazione e progetti senza però avere nemmeno la garanzia di arrivare all’eccellenza.
Non ci volle molto per capire di chi fossero le mani e la mente dietro alla costruzione di quel tavolo, un’atleta che nell’ambiente era già molto conosciuto oltre che per meriti prettamente agonistici anche per la realizzazione di quello stesso tavolo rosso.
